Il cursus didattico di Gustavo Giovannoni nella Scuola di applicazione per gli ingegneri dell’ateneo romano, prima come studente, poi come assistente, infine come professore, attraversa oltre mezzo secolo: dal 1892, quando si iscrive al triennio di applicazione, al 1943, anno del suo ritiro. Fino ai suoi ultimi giorni l’ingegnere romano resterà comunque attivo accademicamente, come professore incaricato di Restauro dei monumenti presso la Facoltà di Architettura. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria civile (1895), il perfezionamento in Igiene pubblica (1896) e la specializzazione in Storia dell’arte medievale e moderna con Adolfo Venturi (1898-1899), Giovannoni intraprende la carriera universitaria, guidato dai maestri Enrico Guj e Guglielmo Calderini. Come si desume dal curriculum vitae presentato nel 1913 al concorso per la cattedra di Architettura Generale, che lo vedrà vincitore, dai riscontri effettuati negli Annuari della R. Scuola di Applicazione e dalle carte conservate nel suo archivio, dove sono presenti copie di alcuni libretti delle lezioni, il metodo didattico giovannoniano riprende ed arricchisce i programmi di Guj e Calderini. La struttura dei corsi di Calderini e Guj, accanto alle lezioni teoriche, si imperniava sullo studio e l’indagine diretta sul campo, attraverso visite e rilievi eseguiti dal vero, con particolare attenzione alle strutture, ai materiali, ai dettagli costruttivi, alle lavorazioni in cantiere. Metodo che aveva guadagnato una posizione centrale sia in Calderini, prima a Perugia, ove lo aveva sperimentato come allievo di Giovanni Santini che nel rilievo diretto richiedeva una “scrupolosa analisi dei particolari costruttivi e decorativi”, poi a Pisa e ancor più a Roma, sia in Guj a Roma e che i loro allievi principali, Milani e Giovannoni, seguono e affinano. L’analisi correlata del programma di Architettura generale, oramai consolidato alla fine degli anni Venti, e delle due opere a stampa edite nel 1931-1932, consente di formulare alcune considerazioni finali. I contenuti didattici prefigurano la nascita delle discipline relative all’insegnamento dell’architettura, già in fase di rodaggio negli anni Venti nei corsi della Scuola, poi Facoltà di Architettura di Roma, sino all’inaugurazione nel 1932 della nuova sede a Valle Giulia24. L’individuazione di cinque principali aree disciplinari (elementi costruttivi, elementi degli edifici, composizione architettonica, urbanistica, storia), che correlate in vario modo figurano nei programmi, deriva dalla struttura dell’Handbuch der Architektur, il manuale a carattere enciclopedico fondato nel 1880 da Joseph Durm, più volte richiamato nelle bibliografie dei testi didattici di Giovannoni. D’altra parte l’ingegnere romano frequenta con dimestichezza la letteratura tecnica di area tedesca, ad iniziare dalla Allgemeine Baukonstruktionslehre del Breymann, di cui aveva curato l’edizione italiana nel 1906. Il riferimento al filone della Bauforschung25, al quale appartenevano, direttamente o indirettamente, buona parte degli studiosi sui quali Giovannoni fonda le sue teorie, si appalesa con frequenti richiami nelle indicazioni bibliografiche rivolte ai suoi studenti, testimonianza degli approfondimenti svolti nelle lezioni: da Durm a Choisy, da Thiersch a Stubben, da Buhlmann a Cloquet. La didattica e l’esperienza professionale giovannoniane possono essere a buon titolo inserite in questo contesto, dove si tenta di calare l’accresciuto senso della storia, già insito nei caratteri del moderno da Rondelet a Choisy, all’interno del processo evolutivo dell’ «organismo costruttivo», espressione più volte impiegata nella famosa polemica con Adolfo Venturi: «In altre parole la tecnica (…) nell’Architettura trovasi in immediato rapporto con lo stesso scopo positivo dell’opera, che è di elevare fabbriche utili valendosi di materiali e di procedimenti concreti»26.

Gustavo Giovannoni e la didattica dell’architettura alla “Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri in Roma” / Curra', Edoardo; DI MARCO, Fabrizio. - In: ATTI DELL'ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA. - ISSN 2239-8341. - (2019), pp. 135-140. (Intervento presentato al convegno Gustavo Giovannoni e l'architetto integrale tenutosi a Roma Palazzo Carpegna).

Gustavo Giovannoni e la didattica dell’architettura alla “Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri in Roma”

Edoardo, Currà
Writing – Original Draft Preparation
;
Fabrizio, Di Marco
Writing – Original Draft Preparation
2019

Abstract

Il cursus didattico di Gustavo Giovannoni nella Scuola di applicazione per gli ingegneri dell’ateneo romano, prima come studente, poi come assistente, infine come professore, attraversa oltre mezzo secolo: dal 1892, quando si iscrive al triennio di applicazione, al 1943, anno del suo ritiro. Fino ai suoi ultimi giorni l’ingegnere romano resterà comunque attivo accademicamente, come professore incaricato di Restauro dei monumenti presso la Facoltà di Architettura. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria civile (1895), il perfezionamento in Igiene pubblica (1896) e la specializzazione in Storia dell’arte medievale e moderna con Adolfo Venturi (1898-1899), Giovannoni intraprende la carriera universitaria, guidato dai maestri Enrico Guj e Guglielmo Calderini. Come si desume dal curriculum vitae presentato nel 1913 al concorso per la cattedra di Architettura Generale, che lo vedrà vincitore, dai riscontri effettuati negli Annuari della R. Scuola di Applicazione e dalle carte conservate nel suo archivio, dove sono presenti copie di alcuni libretti delle lezioni, il metodo didattico giovannoniano riprende ed arricchisce i programmi di Guj e Calderini. La struttura dei corsi di Calderini e Guj, accanto alle lezioni teoriche, si imperniava sullo studio e l’indagine diretta sul campo, attraverso visite e rilievi eseguiti dal vero, con particolare attenzione alle strutture, ai materiali, ai dettagli costruttivi, alle lavorazioni in cantiere. Metodo che aveva guadagnato una posizione centrale sia in Calderini, prima a Perugia, ove lo aveva sperimentato come allievo di Giovanni Santini che nel rilievo diretto richiedeva una “scrupolosa analisi dei particolari costruttivi e decorativi”, poi a Pisa e ancor più a Roma, sia in Guj a Roma e che i loro allievi principali, Milani e Giovannoni, seguono e affinano. L’analisi correlata del programma di Architettura generale, oramai consolidato alla fine degli anni Venti, e delle due opere a stampa edite nel 1931-1932, consente di formulare alcune considerazioni finali. I contenuti didattici prefigurano la nascita delle discipline relative all’insegnamento dell’architettura, già in fase di rodaggio negli anni Venti nei corsi della Scuola, poi Facoltà di Architettura di Roma, sino all’inaugurazione nel 1932 della nuova sede a Valle Giulia24. L’individuazione di cinque principali aree disciplinari (elementi costruttivi, elementi degli edifici, composizione architettonica, urbanistica, storia), che correlate in vario modo figurano nei programmi, deriva dalla struttura dell’Handbuch der Architektur, il manuale a carattere enciclopedico fondato nel 1880 da Joseph Durm, più volte richiamato nelle bibliografie dei testi didattici di Giovannoni. D’altra parte l’ingegnere romano frequenta con dimestichezza la letteratura tecnica di area tedesca, ad iniziare dalla Allgemeine Baukonstruktionslehre del Breymann, di cui aveva curato l’edizione italiana nel 1906. Il riferimento al filone della Bauforschung25, al quale appartenevano, direttamente o indirettamente, buona parte degli studiosi sui quali Giovannoni fonda le sue teorie, si appalesa con frequenti richiami nelle indicazioni bibliografiche rivolte ai suoi studenti, testimonianza degli approfondimenti svolti nelle lezioni: da Durm a Choisy, da Thiersch a Stubben, da Buhlmann a Cloquet. La didattica e l’esperienza professionale giovannoniane possono essere a buon titolo inserite in questo contesto, dove si tenta di calare l’accresciuto senso della storia, già insito nei caratteri del moderno da Rondelet a Choisy, all’interno del processo evolutivo dell’ «organismo costruttivo», espressione più volte impiegata nella famosa polemica con Adolfo Venturi: «In altre parole la tecnica (…) nell’Architettura trovasi in immediato rapporto con lo stesso scopo positivo dell’opera, che è di elevare fabbriche utili valendosi di materiali e di procedimenti concreti»26.
2019
Gustavo Giovannoni e l'architetto integrale
Gustavo Giovannoni; Scuola di architettura; Scuola di ingegneria; architettura tecnica
04 Pubblicazione in atti di convegno::04h Atto di convegno in rivista scientifica o di classe A
Gustavo Giovannoni e la didattica dell’architettura alla “Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri in Roma” / Curra', Edoardo; DI MARCO, Fabrizio. - In: ATTI DELL'ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA. - ISSN 2239-8341. - (2019), pp. 135-140. (Intervento presentato al convegno Gustavo Giovannoni e l'architetto integrale tenutosi a Roma Palazzo Carpegna).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1335514
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